C’era una volta una bambina che forse non era una bambina come le altre. Aveva capelli color rame e un cappello per amico e che non si toglieva mai.
Un giorno presentò il suo cappello a un nuovo, possibile amico e lui non si spaventò: sorrise e le disse: il tuo amico è curioso e io voglio diventare amico di entrambi.
Con il cappello sulla testa color rame e il nuovo amico per mano, la bambina che forse non era una bambina come le altre scelse di portare entrambi su di una strada sterrata e che non vedeva una fine, prima camminando e poi correndo una corsa che era una fuga senza spaventi grossi; solo qualche spavento piccino perché lei non sapeva, e neppure lui sapeva. Giocarono e a volte bisticciarono; si rotolarono insieme sull’erba fino a crescere e a diventare ragazzi pieni di goffaggine. Un giorno lei si tolse il cappello – piegato dai giochi e dai pensieri della bambina che non era più una bambina, e che comunque non era mai stata come le altre – e lo posò sul prato. Tornò dall’amico ragazzo che attendeva poco distante e fecero all’amore e le foglie degli alberi attorno, intimidite, vibrarono un poco. ©
[Accompagnamento musicale: Le Rondini, di Lucio Dalla]