samia, poi uno dice /PiStIn n.3

C’era una volta Samia che fumava Marlboro sopra i tetti e pensava: poi uno dice.

Poi uno dice perché sei così misteriosa sfuggente altrove, e tu, pensa Samia, rispondi adesso basta adesso lasciatemi stare. E fuma Marlboro e non parla con nessuno, Samia sui tetti. Poi uno dice perché sei così chiusa con noi normali e ridi per cose sciocche e inesistenti e pensi ai baci alle carezze che si fanno le stelle tra di loro e pensi al sole come a un’eterna poesia. Samia la sciocca ti chiamano, pensa, e scuote la testa e fuma. Poi uno dice. E tu, se sei Samia, a volte pensi adesso anche io voglio essere come te con i piedi per terra che mi dici ma perché sei cosi sfuggente e perché te ne stai lassù e ridi agli atomi e a ciò che non esiste, e allora avvicinati che te lo racconto il perché, risponde Samia, avvicinati se hai il coraggio ti faccio posto qui sul tetto vicino a me, e Samia si sposta un poco per fare spazio e sfila una sigaretta in più e quando torna a guardare non c’è più nessuno a parte lei. Poi uno dice, pensa Samia, e si accende la sua Marlboro. E quando nessuno le domanda più, quando la via è libera, lei scende dal tetto e inizia a camminare ovunque e da qualche parte, così come viene che è come piace me, pensa Samia, quando mi perdo e il sole diventa la mia poesia. Poi uno dice.

Poi uno dice perché parli con gli sconosciuti per strada a Milano, pensa Samia, con gli sconosciuti pazzi che al massimo mi chiedono una sigaretta una cicca un mozzicone sputato e hanno lo sguardo rimasto altrove come il mio. Come quel pazzo che mi ha fermata e chiesto una Camel e io avevo solo Marlboro e mi è dispiaciuto perché volevo che si fermasse un po’ con me e allora gli ho raccontato la mia vita con la cenere tutt’intorno a noi due seduti su quella panchina lurida e lui ha detto va bene allora dammi una Marlboro, mi ha detto, e mi ha raccontato del suo gatto senza pelo e di sua madre morta un giorno di primavera e il sole, mentre lui raccontava, il sole alle nostre spalle ci liberava dalle nostre ombre e le posava sull’asfalto e a noi due donava il suo caldo e il sole non ci ha chiesto nulla non ha detto nulla e noi due, con i nostri stracci e la cenere, siamo entrati nella sua poesia. ©

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