7. La lingua tagliata [1/2]

  Le domande:
– Bambino, perché non parli? Ti hanno tagliano la lingua?
– Se ti hanno fatto così male, perché non lo hai detto subito? Perché hai aspettato così tanto?  

La letteratura scientifica sul funzionamento del cervello umano è vastissima. Il mio scopo, qui, è provare a raccontare al maggior numero possibile di persone come le nostre azioni, o non azioni, sono governate prima di tutto dal cervello. Come tutti gli altri organi del nostro corpo, anche il cervello può subire nelle sue diverse aree degli urti, delle rotture e distorsioni a volte così profonde da mettere a rischio o addirittura da impedire uno sviluppo sereno ed equilibrato dell’essere umano.

Questa prima parte dell’inserto è essenzialmente una premessa, forse un po’ tecnica e lunga, ma fondamentale se si vuole comprendere perché a un determinato fatto l’essere umano può reagire in un determinato modo invece che in un altro.

La funzione principale del nostro cervello è, in poche parole, quella di garantire la nostra sopravvivenza con meccanismi di azione e anche di difesa, meccanismi automatici e non, e per garantire la nostra sopravvivenza si sviluppa, sin dallo stato di gestazione del feto, per aree e ciascuna area ha la sua specifica funzione. In condizioni di normalità ogni area lavora in una relazione di equilibrio con le altre aree; si passano le informazioni e insieme decidono cosa deve fare il corpo.

La ricerca, e in particolare la ricerca di questi ultimi decenni, ha ampiamente dimostrato che ci sono eventi in grado di rompere questo equilibro tra le parti del nostro cervello. L’abuso sessuale è uno di questi eventi, a maggior ragione quando si tratta di abuso sui bambini il cui cervello, si sa, è ancora in fase di formazione e quindi è particolarmente plasmabile da imprinting anche negativi.

Andiamo con ordine seguendo il modello proposto dal neuroscienziato statunitense Paul Donald MacLean, il quale introdusse il modello del cervello trino per spiegare la relazione esistente tra la parte più razionale del nostro agire e quella invece più aggressiva.

REPTILIAN BRAIN

È la parte più antica del nostro cervello. Il suo sviluppo inizia già durante le prime settimane di gestazione.

Regola le funzioni primarie di sostentamento (sonno/veglia, fame/sazietà, equilibrio chimico di base), e cioè i cosiddetti istinti primordiali. Si tratta di una parte del cervello che per tutta la vita dell’essere umano rimane altamente reattiva ai pericoli.

2° SISTEMA LIMBICO (detto anche MAMMALIAN BRAIN)

Si organizza principalmente a partire dai primi sei mesi di vita extrauterina, ed è soggetto a mutamenti.

Sede delle emozioni. La sua funziona principale è quella di discernere cosa è piacevole da cosa non lo è; cosa è importante e cosa no ai fini della sopravvivenza; organizza una mappa del contesto nel quale viviamo e controlla i pericoli.

È modellato dalle esperienze (compresi gli eventi traumatici) e in parte da caratteristiche genetiche (il carattere).

Tra le strutture del sistema limbico implicate nella gestione degli eventi della vita quotidiana, e quindi anche eventuali eventi particolarmente stressanti, spiccano il talamo, l’amigdala e l’ipotalamo.

1) Il talamo: registra le informazioni sensoriali (odori, suoni).

2) L’amigdala: detto anche “smoke detector”, attribuisce un significato alle informazioni catturate dal talamo, e trasferisce questo significato all’ipotalamo.

3) L’ipotalamo: in risposta al significato attributo dall’amigdala a un determinato fatto o contesto, l’ipotalamo coordina le funzioni corporee (cuore, sistema immunitario, ormoni dello stress quali adrenalina e cortisolo) e tutti quegli impulsi nervosi che, ad esempio, portano a un innalzamento della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della richiesta di ossigeno. Dice al corpo se vuole sopravvivere deve comportarsi un determinato modo.

L’equilibrio tra queste parti e la capacità o meno di comunicare con la corteccia pre-frontale è, come vedremo, di fondamentale importanza.

3° LA CORTECCIA PRE-FRONTALE (detta anche CONTROLLORE/FILTRO)

Si tratta della parte più giovane del nostro cervello; la sua attività inizia a essere considerevole a partire all’incirca dai sei anni di vita del bambino.

Rispetto alle informazioni registrate dal talamo e al significato attributo dall’amigdala a queste informazioni, la corteccia pre-frontale funge da filtro: distingue e offre una visione più ampia.

Alla corteccia pre-frontale si deve l’obiettività, la pianificazione, la capacità di prendere decisione consapevoli, il senso del tempo e del contesto. Permette quindi di organizzare le nostre risposte agli eventi registrati dal talamo e dall’amigdala, e quindi di modulare le emozioni che arrivano dalle parti più antiche del nostro cervello.

A differenza del reptialin brain(1°) e del sistema limbico (2°), la corteccia pre-frontale (3°) non si esprime con l’azione, bensì con il pensiero, con il ragionamento.

CERVELLO E STRESS

La funzione principale del cervello è, come abbiamo detto sopra, quella di garantire – con le sue diverse aree, ciascuna con la sua funzione specifica – la nostra sopravvivenza.

La vita dell’essere umano è fatta di sfide e di eventi più o meno stressanti. Il modo in cui l’essere umano affronta le situazioni di stress dipende molto dall’equilibrio – o dall’assenza di equilibrio – tra queste aree, e in particolare tra il talamo (registratore), l’amigdala (smoke detector), e la corteccia pre-frontale (il controllore).

Risposta non patologica a eventi stressanti

In una situazione normale, e cioè in cui l’equilibrio tra le parti non è compromesso, le informazioni sensoriali registrate dal talamo vengono recepite dall’amigdala che verifica rapidamente l’esistenza o meno di pericoli, ma vengono anche recuperate dalla corteccia-prefrontale che le analizza nel dettaglio e fa i dovuti distinguo. La corteccia pre-frontale, poi, comunica all’amigdala (e al resto del corpo) che in fondo quella situazione o non è poi così pericolosa, o, se lo è stata, che è comunque passata. Queste informazioni vengono recuperate infine dell’ipotalamo, il quale a sua volta dirà, ad esempio, al cuore che è arrivato il momento di rallentare il battito e alla pressione sanguigna di tornare a un livello pre-allarme.

Risposta patologica a eventi stressanti

Se, invece, l’equilibrio tra talamo (registratore), amigdala (smoke-detector), e la corteccia pre-frontale (il controllore/filtro) è stato compromesso da un evento di tale portata come quello dell’abuso sessuale, allora abbiamo una probabile situazione patologica sul lungo termine.

Il talamo invia le informazioni sensoriali direttamente e unicamente all’amigdala che, invece di dialogare con la corteccia pre-frontale, comunica subito all’ipotalamo di attivare risposte corporee immediate. Il neuroscienziato Jospeh LeDoux chiama questa via “the low road”: è la strada più rapida. L’intervento del controllore/filtro, che direbbe prima di tutto che quell’evento presente non ha che vedere con quello accaduto nel passato, richiederebbe qualche microsecondo in più e la strada per raggiungerlo è danneggiata. La persona, quindi, entra subito in modalità fight or flight (scappa o combatti): prima ancora di aver capito cosa sta succedendo, prima ancora di ogni possibile distinguo, il corpo sta già reagendo come se l’evento scatenante del trauma, e che si trova in passato lontano anche molti anni, fosse ancora lì presente.

Tornare a una situazione di equilibrio è particolarmente complesso e nel frattempo l’ipotalamo avrà fatto schizzare gli ormoni dello stress, accelerato gravemente il battito cardiaco e innalzato la pressione sanguigna, fino ad arrivare a compromettere tutto il sistema immunitario. In alcuni casi porta anche alla paralisi del corpo.

Avere un’amigdala che funziona in modo disproporzionato perché non può contare sulla presenza di un filtro come la corteccia-prefrontale, è l’equivalente di avere in casa un allarme antincendio che non distingue il fumo da un soffio di vento, e allora suona appena si apre una finestra.

Fatte queste dovute premesse, nella seconda parte proporrò una visione parziale ma più dettagliata, e risponderò così alle domande poste in apertura e che sono così diffuse nelle chiacchiere da bar o nei commenti a notizie di cronaca malamente riportati dai nostri media (e che investono anche la protagonista di Senzanome).

  Le domande:
– Bambino, perché non parli? Ti hanno tagliano la lingua?
– Se ti hanno fatto così male, perché non lo hai detto subito? Perché hai aspettato così tanto?  
Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...